Un viaggio attraverso le nuove annate di un’icona toscana, una “Regina Ribelle”
vitigno autoctono
“L’amore non guarda con gli occhi ma con l’anima”, la famosa citazione del drammaturgo e poeta William Shakespeare sembra preannunciare e descrivere perfettamente ciò che è accaduto nella meravigliosa storia dell’antico vitigno umbro Grero di Todi.
Il Portogallo, un paese ricco di storia e rinomato per il suo vasto patrimonio culturale, è altresì patria di un’industria vinicola vibrante e diversificata. Dalle rigogliose vigne della Valle del Douro alle pendici soleggiate dell’Alentejo, il Portogallo offre un tessuto di terroir e varietà di uve che producono vini di carattere e qualità.
Il Ruzzese è un’antichissima e rarissima varietà a bacca bianca ligure che continua a vivere in sole 1500 piante.
Uno dei gioielli nascosti della Calabria si trova nel borgo di Saracena, incastonato tra le colline del Parco Nazionale del Pollino, il Moscato di Saracena, vino passito pregiato.
Eroica, antica e mitica la viticoltura della Costiera Amalfitana, un luogo del vino tra i più romantici in assoluto, sublime nei paesaggi così come in una produzione enoica marginale nei numeri ma straordinaria nelle emozioni che sa, a ogni, sorso donare.
La Sicilia, terra che ha ispirato i racconti gialli de “Il Commissario Montalbano”, di Andrea Camilleri, ci ha donato anche uno dei vitigni autoctoni italiani dalla storia più enigmatica del quadro viticolo mondiale, ovvero il Perricone Siciliano (o detto Pignatello).