Le bottiglie scendono sotto terra, a due metri e mezzo di profondità, nel vigneto che quelle uve le ha viste maturare. Lì riposeranno per un intero anno, per poi riemergere e scoprire le nuove proprietà che avranno acquisito con questo affinamento speciale.
Autore: Marcella Pace
Maestose viti ultracentenarie, alte anche tre metri, si inerpicano, si intrecciano e fanno crescere forti e rigogliose uve, capaci di resistere al parassita più temuto dai viticoltori.
La temperatura scende al di sotto dello zero anche di 10-12 gradi. Il cielo è terso e la luna, insieme alla neve sono le uniche a illuminare il paesaggio almeno fino a che non comincia ad albeggiare. Nel silenzio delle vigne coperte di ghiaccio, comincia la vendemmia. La raccolta ogni notte deve concludersi entro le 7 del mattino, per poi procedere con la pressatura delle uve. Lentamente per non scaldarle.
Inizia così il magico processo di produzione degli Ice Wine, i vini prodotti a partire da acini ghiacciati.
L’associazione Famiglie Storiche presenta la sua visione dell’Amarone come un’investimento di memoria, celebrato al Vinitaly con una masterclass dedicata.
Per Peppe Vessicchio, musicista, arrangiatore, direttore d’orchestra, compositore è la musica a poter intervenire sull’affinamento per migliorare il vino.
Nella profondità della terra, all’interno della montagna, in totale oscurità, fermi nel tempo e nello spazio, i vini di Elena Walch riposano per sette anni, acquisendo un’importante longevità.
Passiti di ghiaccio e bollicine in alta quota di Cave Mont Blanc de Morgex et la Salle.