Nata principalmente per il soddisfare il fabbisogno familiare e vendere vino e olio sfusi, l’azienda Valentini ha cambiato veste alla fine degli anni 90, pur continuando a fare tesoro di quell’antica passione per il vino tramandata per tre generazioni.
È diventa ufficialmente Bocale nel 2002 sotto la guida di Valentino Valentini, che è stato sindaco di Montefalco dal 1999 al 2009 e Presidente dell’Associazione Città del Vino dal 2006 al 2009. Un’esperienza che gli ha dato l’opportunità di conoscere i personaggi ed i territori del vino italiano.
L’azienda si estende su 10 ettari di cui 6 vitati ed ha una produzione annua media di 40.000 bottiglie.
Tra Montefalco Rosso, Montefalco Sagrantino, Montefalco Sagrantino Ennio, Trebbiano Spoletino, Montefalco Sagrantino Passito e Grappa di Sagrantino. Espressioni autentiche del territorio nel pieno rispetto dell’ambiente e del consumatore. Il vigneto è trattato con la tecnica dell’inerbimento, con concimazione organica e minerale senza l’impiego di prodotti chimici o diserbanti; un’attenzione verso la sostenibilità suggellata con l’avvio del percorso di conversione alla certificazione BIO nel 2020. La fermentazione avviene esclusivamente con lieviti autoctoni.
Il vino non è sottoposto a microfiltrazione e stabilizzazione termica.
I vini sono prodotti con un processo artigianale che consente di esaltare le loro caratteristiche varietali e territoriali e con processi che escludono l’utilizzo di qualsiasi sostanza di origine animale, non contengono tracce di derivati animali, uova e latticini ed hanno ottenuto il marchio V-Label “Vegan”. L’invecchiamento avviene in botti di rovere francese. I vini vengono commercializzati solo dopo un congruo affinamento in bottiglia. Inoltre, a sottolineare l’impegno di Bocale nei confronti dell’ambiente, da 13 anni l’energia utilizzata per l’intero ciclo produttivo è da fonte rinnovabile, attraverso un impianto fotovoltaico, cui si è aggiunto un secondo impianto di stoccaggio energetico che, nell’agosto 2023, ha permesso all’azienda di essere autonoma al 100%.
Montefalco: 2000 anni di storia del vino
Dall’epoca romana Plinio il Vecchio, nella sua “Naturalis Historia”, descrive l’Itriola, tipica uva del territorio, identificabile, secondo alcuni studiosi, proprio con l’uva Sagrantino. Già nel 1088 si scrive di terre piantate a vigna in Montefalco e risalgono al Duecento numerosi documenti che testimoniano la cura costante che “i vignaioli riservano al campo piantato a vigna”.
Dalla prima metà del Trecento le leggi comunali iniziano a tutelare vite e vino, dedicandogli interi capitoli e rubriche di statuti comunali. A partire dal 1540 un’ordinanza comunale stabilisce ufficialmente la data d’inizio della vendemmia a Montefalco. Il primo documento che cita ufficialmente il vitigno Sagrantino risale al sedicesimo secolo ed è conservato nell’archivio notarile di Assisi. L’origine del suo nome risale al 1240, quando per curare gli amati falchi di Federico II di Svevia accampato nel piccolo centro fortificato sulla sommità di una collina fu utilizzata un’infusione a base di un vino dolce e passito prodotto nella zona. L’efficacia terapeutica del rimedio fu così importante da dare il nome a quel vino: parliamo appunto del Sagrantino, ossia il “Saqr-ans”, il “vino che cura il falco Sacro”.