
Le anime del Lambrusco sono tante almeno quanti sono i suoi colori e le bollicine, tutte diverse, in un bicchiere. Il punto di partenza di questa molteplicità sono i luoghi dell’Emilia, nei quali la coltivazione della vite ha dato adito ad espressioni diverse. L’unico modo per conoscerlo è venire a contatto con i Lambruschi, vini dall’energia unica.
Il Lambrusco è il simbolo della convivialità ed era conosciuto già nell’antichità, come raccontavano Catone, Virgilio e Plinio il Vecchio. Può essere in versione amabile oppure secco, spumantizzato o semplicemente frizzante, nasce da un gruppo di vitigni selvatici a bacca nera accomunati dalle caratteristiche dei vini che se ne ricavano: non molto alcolici, profumati, freschi, frizzanti. Se ne contano cinque tipologie differenti: Lambrusco Sorbara, Reggiano, Salamino, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro e Lambrusco Mantovano. La piacevolezza delle sue bollicine si presta ad utilizzi originali e poetici, come dimostrano i brindisi spumeggianti in giro per il mondo di Luciano Pavarotti oppure i tappi volati in cielo ad ogni vittoria della Rossa di Enzo Ferrari.
La forza della storia del Lambrusco sta nell’avere attraversato il tempo proteggendo la sua anima contadina con la complicità di una comunità che a tratti ne ha addirittura nascosto la natura nelle abitudini delle famiglie di campagna. Per questo oggi la storia di questo vino è ancora autentica e credibile e diventa con naturalezza racconto e scoperta. È il simbolo di un territorio che rivendica la sua identità più profonda coinvolgendo la memoria.
Parlare del Lambrusco è molto difficile, serve molta cautela, è un argomento molto vasto, tanto che lo stesso vitigno Lambrusco è una grande famiglia di vitigni e non unico esemplare.

Zone di produzione
I più famosi sono il Lambrusco Grasparossa, di Sorbara, il Salamino, il Marani e il Maestri, ognuno ha trovato un habitat diverso, chi in collina, chi in pianura. E’ il vino storico dell’Emila Romagna, ma si trova anche nella vicina Lombardia, principalmente nella zona del mantovano.
Come nasce il Lambrusco: il metodo ancestrale
Fino a qualche decennio fa era un vino contadino, si pigiavano i grappoli, si faceva fermentare grazie ai lieviti presenti sulle bucce e poi si imbottigliava con ancora dello zucchero dentro non fermentato e la fermentazione ripartiva spontaneamente quando finiva l’inverno e i lieviti si svegliavano dal letargo. Ed ecco che come per magia il vino diventava frizzante, il cosiddetto metodo ancestrale che fa tanto cool ai giorni nostri.
La storia
Sembra che siano stati gli Etruschi ad iniziare a coltivare nella Pianura Padana; tuttavia, è solo con i Romani che si sviluppa una coltivazione più intensa e ragionata. Catone parla di vite selvatica e la chiama “labrusca”, ma solo nel 1600 si inizia di parlare di vino Lambrusco per indicare il vitigno che ancora oggi viene coltivato.
Quali sono i tipi di Lambrusco.
Lambrusco di Sorbara
Il Sorbara ha un colore tenue, rosato o cerasuolo, è profumato e ha una struttura delicata, ma con acidità tagliente, non a caso viene impiegato per produrre anche spumanti metodo classico eccellenti. La zona di produzione del Sorbara è la pianura.
Lambrusco Grasparossa
Il Grasparaossa è un vino di collina, ruvido, tannico, rubicondo e ha caratteristiche agli antipodi rispetto al Sorbara. È scuro, pieno, tannico, molto meno acido, anzi rotondo a modo suo, fruttato. La zona di produzione del Grasparossa è nei comuni che sorgono intorno a Castelvetro.
Salamino
E’ la perfetta sintesi dei due fratelli maggiori ed è sinonimo di piacevolezza. Ha tannini precisi e snelli, meno intensi del Grasparossa, acidità garbata e profumi leggiadri. Se non avete mai assaggiato un Lambrusco, partite da un più abbordabile Salamino.
Maestri
Il Maestri è un vino intenso, estremo, ha tutto in maniera esponenziale. È molto tannico, molto acido, molto fruttato, molto scuro. Diciamo che è il burbero del gruppo, non va tanto per il sottile, di certo non è da stappare con le ostriche, ma con il cotechino è favoloso!
Marani
Il Lambrusco di Reggio e Mantova: scuro, forte, acido, più vinoso che etereo, ma dotato di struttura rocciosa. Se non sapete cosa abbinare ai classici tortelli alla mantovana chiamate il vecchio Marani.
Rifermentato VS Metodo Classico
Il Lambrusco è un vino spensierato, famoso per la piacevolezza del bouquet e la freschezza intrigante: alcuni vignaioli, partendo da queste premesse, si sono lanciati nella produzione di Spumanti Metodo Classico. Citiamo soltanto Christian Bellei, “spumantista” famoso, un virtuoso delle bolle che ha elevato il Lambrusco con una serie di raffinate interpretazioni.
Non ha limiti negli abbinamenti con il cibo
Volete un vino per le costolette con salsa BBQ e gli arrosticini? Il frutto succoso del Lambrusco Grasparossa di Cà Berti è perfetto! Volete un vino per sushi e ostriche? Un Lambrusco di Sorbara, ancora meglio se un rosato, con una cascata di fragoline è quello che fa al caso vostro.
Orgoglio e qualità, il vino buono non sempre sta nella botte piccola
Anche un colosso come Cavicchioli, che produce 18 milioni di bottiglie, sforna bottiglie eccellenti: stiamo parlando della selezione Vigna del Cristo, il cru più famoso del Lambrusco di Sorbara.