Un vino, tante sfumature… ma quali sono i colori del Lambrusco?
I colori del Lambrusco vanno dal porpora impenetrabile, quindi dal colore più trasparente, dai profumi più croccanti e dalla bocca più vibrante di un Lambrusco di Sorbara o di un Salamino di Santacroce fino o di un Grasparossa di Castelvetro fino alla rotondità del Lambrusco dei Colli di Scandiano o di Canossa, sono delle variazioni di colore che consentono di andare dal super secco (perché c’è il metodo ancestrale che sta andando molto di moda) fino a quello amabile con residuo zuccherino.
Una versatilità che consente abbinamenti infiniti, qual è il tuo preferito Filippo?
Quando si sta secchi e tirati, il Lambrusco va bene con tanti piatti grassi, mentre con il Lambrusco più potente possiamo giocare con abbinamenti di carni come arrosti o bolliti. Io direi dal Lambrusco di Sorbara con le ostriche o un pesce crudo un po’ grasso fino ad andare ad abbinamenti legati alla cacciagione con un Lambrusco Grasparossa, che ha il suo tannino che favorisce questo tipo di abbinamento.
Non solo Emilia Romagna, parliamo del Lambrusco Mantovano della Lombardia: qual è il suo carattere?
Nella zona del mantovano della Lombardia c’è una tipologia di Lambrusco che tende ad avere una maturazione più tardiva, un tannino importante, tanto colore e più struttura.
Filippo, ti invitano ad una festa in Cina, quale Lambrusco porteresti?
Dipende da cosa andiamo a mangiare, di sicuro porterei una scatola da 3 con un Sorbara per cominciare, poi alzerei il tiro con un Salamino e finirei con un Grasparossa con un lieve residuo zuccherino per andare incontro anche alla cucina cinese quando questa diventa più “sweet and sour” e che necessita di qualche cosa con un po’ di residuo zuccherino.