La sua bellezza è simbolo di un’antica storia, da ripercorrere insieme prima di varcare i cancelli che ci separano dalla sua magnificenza.
Tutto nasce nel XVI secolo, quando Giacomo Fattori inizia i lavori di costruzione per una villa di rappresentanza, a lato della cantina cinquecentesca preesistente e su un nucleo abitativo risalente al medesimo periodo storico. Finisce però i soldi e il commerciante, che sperava di guadagnarsi un ingresso nell’alta società con la sua villa in campagna, deve venderla ai conti Mosconi che la completano nel 1779, con l’architettura ancora visibile oggi. La proprietà passa poi ai Trezza di Musella nel 1868, che la destinano soprattutto alla produzione di vino, ammodernando vigneti e cantina. Le bottaie furono affidate alla Cantina Sociale di Negrar. Nel 1936, stando alla leggenda, proprio qui nacque l’Amarone, vino diventato poi celebre nel mondo. Le vicende proseguono con l’acquisizione nel 1957 da parte dei Bertani, storici viticoltori veronesi, che ne fanno il loro centro di rappresentanza e di produzione di vini della Valpolicella Classica. Nel 2012 passa nelle mani di Gaetano Bertani, diventando la sede di Tenuta Santa Maria, brand vinicolo ora seguito dai suoi figli, Giovanni e Guglielmo Bertani.
E ora è arrivato il momento di scoprire questo gioiello architettonico che ha mantenuto il suo splendore nel tempo, immergendoci in questo luogo dove il tempo sembra essersi fermato.
La bianca facciata neoclassica mostra un timpano decorato da statue della mitologia greco-romana che si stagliano con il loro candore contro il verde lussureggiante della vegetazione circostante. La maestosa costruzione si articola in un corpo centrale, con un blocco in mezzo leggermente più avanti rispetto ai fianchi laterali, caratterizzato da ordini: dorico con trabeazione al pianterreno, ionico su piedistallo ai piani superiori. Questa è la villa padronale, che si amplia con due ali perpendicolari, che servivano a occultare alla vista i rustici e la cantina, separando la parte dominicale da quella produttiva. L’ala orientale comprende la cappella di San Gaetano, affiancata dal piccolo campanile, a ovest compare una facciata nello stesso stile. Il giardino anteriore, con ampia aiuola circolare e fontana zampillante, è dominato dalle grandi statue di Apollo ed Ercole. A sinistra si accede alle storiche cantine disposte su tre livelli. Visitiamo la monumentale bottaia e il fruttaio, dove si mettono ad appassire le uve con il metodo tradizionale, su graticci di canne di bambù.
E dietro la villa, sorpresa: ecco il giardino segreto, l’idilliaco parco romantico con laghetto e un isolotto con una sala da tè, raggiungibile con un ponticello di legno. Che posto da fiaba! Fu il poeta Ippolito Pindemonte, che frequentava il salotto letterario della contessa Mosconi, insieme con altri esponenti della cultura del tempo, che suggerì di realizzare questo luogo di contemplazione. Per il valore storico e ambientale il parco di Villa Mosconi Bertani è nella lista dei Grandi Giardini Italiani. L’ampia area cintata da un muro, posta alle spalle della villa, non solo racchiude il giardino ma anche un vasto vigneto, tanto da dare al complesso paesaggistico le valenze di un giardino-campagna.
Non possiamo andar via senza essere entrati nella villa ad ammirare il salone delle Muse.
Nelle nicchie dipinte sui muri sono racchiuse le statue che rappresentano le Muse, mentre l’affresco sul soffitto riprende le quattro stagioni; al centro spicca Flora (protettrice dei vigneti e degli alberi da frutto).
Un’altra perla di bellezza italiana da visitare per estasiarti.