Vivere e far rivivere l’antichità delle radici e della cultura del vino: a Pompei, il vino e il cibo trovano la cornice ideale, raccontata per millenni dalla storia tangibile del Parco Archeologico, tra le testimonianze della coltivazione della vite, della produzione del vino, dell’olio e degli orti. Con questo spirito si è svolto l’evento di valorizzazione che ha accolto circa 500 visitatori, presentando 48 aziende, consorzi e istituzioni con una selezione di vini di eccellenza, spaziando dalla rappresentanza campana a prodotti del Lazio, della Valle d’Aosta, del Piemonte e del Friuli, fino ai territori del Sinis in Sardegna con la Vernaccia e il Vermentino.
Masterclass e tradizioni internazionali
Lo sguardo si è allargato a livello internazionale con le masterclass condotte dal docente Ais Guido Invernizzi e da Ais Campania, che hanno offerto un viaggio simbolico per celebrare le antiche rotte del vino della Georgia, Moldavia, Grecia, Cipro e Armenia, culle della vitivinicoltura primitiva.
Non abbiamo bisogno di storytelling perché abbiamo ‘la storia antica’, quella vera, come valore intrinseco della vitivinicoltura, del buon cibo e della cultura che contiene da secoli, tutta da raccontare e vivere in un luogo fortemente evocativo e ricco di spunti ben oltre un’idea museale statica. (Stefano Del Vecchio, curatore dell’evento)
Le aziende hanno accolto le sollecitazioni di una manifestazione che ha intrecciato archeologia, arte, cultura, cucina e vino locali in un dialogo con altre realtà nazionali ed internazionali. Un programma che ha offerto approfondimenti tematici che oggi, è stato sottolineato, “impongono riflessioni attente”, come quelle del professore Vittorino Novello, il quale con la sua visione scientifica ha definito il valore della ‘sostenibilità’ non come uno slogan commerciale, ma come un programma di sviluppo imprenditoriale, tutela ambientale e gestione oculata delle risorse energetiche e idriche.
Sostenibilità e innovazione in agricoltura
L’evento ha oscillato tra l’attualità di un’agricoltura in continua evoluzione, tra innovazione e tecnologie, e i suoi riferimenti all’antichità, come un’altra produzione simbolo del buon cibo: l’olio. Kostas Liris, da Atene, ha ricordato come Grecia, Mediterraneo e Italia siano saldamente intrecciate dalla tradizione millenaria nella produzione di olio d’oliva, carico di simbolismo e sacralità, insieme al grano, alla vite e al vino.
Un viaggio tra vini e storia
Nel corso dell’evento, interventi di Laura Deligia e Marco Delogu, archeologi, hanno riportato spunti di archeologia di circa 3.500 anni fa, richiamando la recente scoperta dei Giganti di Mont’e Prama e il ritrovamento di importanti tracce di vino. L’associazione sommelier Ais Campania ha premiato Pasquale Esposito come miglior sommelier della Campania, in presenza del presidente nazionale Alessandro Camilli e del presidente regionale Tommaso Luongo. È stata anche l’occasione per premiare i migliori vini della Campania con le “Quattro Viti”, un riconoscimento assegnato dalla “Guida Vini Ais“.
Oltre al vino e all’olio, le degustazioni hanno messo in scena i piatti del Sinis, con riso, fregola e bottarga, interpretati da Antonio Tubelli e Gilormo Di Fusco, insieme ai “lapilli” di Vincenzo Del Sorbo di Pompei e il suo pane cristallizzato. Una cucina regionale che ripropone i sapori tradizionali esaltando la specificità della materia prima dei territori di provenienza. Infine, la pizza di Salvatore Salvo, Antonio Della Volpe, Alessandro Lo Stocco e Gino Sorbillo ha arricchito ulteriormente l’offerta gastronomica.
Ospiti d’eccezione come Fausto Arrighi, già direttore della Guida Michelin, e Licia Granello, scrittrice e giornalista di cibo, hanno impreziosito l’evento. “Una seconda edizione che ha visto crescere l’adesione di molte aziende e consorzi di tutela, per vivere e far vivere nel Parco Archeologico di Pompei la storia del vino e del cibo. Per il futuro della terza edizione, svilupperemo nuove idee per mettere al centro le imprese ed i territori in una visione possibilmente internazionale,” commenta Dante Stefano Del Vecchio.