
Negli ultimi anni, il mondo del vino ha cominciato a guardare con sempre maggiore attenzione alla produzione di vini dealcolati. Se in Italia questo settore è ancora in fase di stallo, l’interesse a livello internazionale cresce costantemente, con l’adozione di nuove tecnologie per la dealcolizzazione e un mercato che mostra segni di grande potenziale, in particolare nei Paesi come gli Stati Uniti, dove la domanda di bevande no/low alcohol è in forte espansione. Le fiere internazionali, come il Simei, stanno diventando il palcoscenico ideale per le innovazioni in questo campo, con aziende che mostrano crescente interesse per l’offerta di tecnologie che permettano di produrre vini senza alcol.
L’interesse internazionale per le tecnologie italiane
Un esempio lampante di questa crescente attenzione arriva dalla fiera Simei di Milano, dove si sono presentate tecnologie all’avanguardia per la dealcolizzazione, suscitando l’interesse di numerosi buyer internazionali. Tra questi, 70 rappresentanti delle principali aziende vinicole statunitensi, come Jackson Family Wines, Constellation Brands e Francis Ford Coppola, hanno mostrato un forte interesse verso le innovazioni italiane nel settore. Randy Ullom, vicepresidente di Jackson Family Wines, ha sottolineato l’importanza delle tecnologie italiane, riconoscendo il salto di qualità che il vino italiano ha compiuto negli ultimi 40 anni grazie all’adozione di attrezzature moderne, tra cui quelle per la dealcolizzazione.
David Crippen, direttore della vinificazione di Bear Creek Winery, ha confermato l’importanza delle attrezzature italiane nelle cantine americane, facendo notare come la qualità dei vini prodotti negli Stati Uniti sia strettamente legata all’utilizzo delle tecnologie enologiche italiane. Questo testimonia il crescente interesse per l’innovazione nel mondo del vino, che spinge le aziende vinicole a cercare soluzioni avanzate per rispondere alla domanda di bevande a basso contenuto di alcol.
Le sfide per l’Italia: un mercato stagnante ma promettente
Nonostante l’entusiasmo internazionale, l’Italia è ancora lontana dal poter competere pienamente in questo settore. Il governo italiano, infatti, non ha ancora dato il via libera alla produzione di vino dealcolato, con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che ha ribadito la sua contrarietà all’utilizzo della parola “vino” per questi prodotti. Questo divieto limita fortemente le opportunità per i produttori italiani di entrare nel mercato dei vini dealcolati, pur essendo il Paese leader nelle tecnologie enologiche. Sebbene ci sia una crescente curiosità tra i produttori italiani, la situazione di stallo impedisce loro di fare passi avanti significativi.
Tuttavia, le opportunità per il settore sono evidenti. Secondo le stime di Iwsr (International Wine & Spirits Research), il mercato dei vini no e low alcohol è in forte crescita. Nel 2023, il valore di questo mercato ha superato i 13 miliardi di dollari nei dieci principali mercati mondiali, con una previsione di crescita del 5% nei prossimi anni. Negli Stati Uniti, il mercato Nolo ha già raggiunto un valore di 1 miliardo di dollari, con le nuove generazioni sempre più sensibili alla necessità di ridurre il consumo di alcol.
Innovazioni e tecnologie per la produzione di vino senza alcol
In risposta a queste tendenze, le aziende italiane stanno facendo passi significativi nel miglioramento delle tecnologie per la dealcolizzazione. Una delle innovazioni più rilevanti presentate al Simei è “Libero”, una tecnologia sviluppata da Omnia Technologies per la produzione su larga scala di vini dealcolati. Questo sistema permette di rimuovere l’alcol dal vino senza comprometterne il gusto, un’innovazione che ha suscitato un grande interesse da parte di produttori spagnoli, greci e statunitensi.
Un altro esempio di innovazione arriva dalla Vason, azienda con cinquant’anni di esperienza nell’industria enologica. Il presidente Albano Vason ha confermato che, negli ultimi due anni, l’interesse per la dealcolizzazione è notevolmente aumentato. Sebbene la situazione normativa in Italia non permetta ancora di sfruttare appieno queste tecnologie, l’azienda sta già fornendo soluzioni per le cantine di piccole e medie dimensioni, come il macchinario MMR (Master Mind Remove), pensato proprio per il settore della dealcolizzazione.
Il mercato globale e le prospettive future
Il mercato globale dei vini dealcolati è ancora di nicchia, ma con un potenziale di crescita significativo. Sebbene in Italia la produzione sia ancora limitata, le innovazioni tecnologiche e l’interesse crescente da parte di aziende vinicole internazionali suggeriscono che il futuro del vino senza alcol sarà destinato ad espandersi. Le fiere come il Simei sono diventate il punto di riferimento per le novità del settore, dando visibilità alle tecnologie che potrebbero rivoluzionare il mercato del vino nei prossimi anni.
L’Italia, nonostante i limiti normativi, ha un ruolo centrale nella produzione di macchinari per la dealcolizzazione, e le prospettive di crescita per il settore sono promettenti, soprattutto se i produttori italiani riusciranno a superare gli ostacoli legati alle normative e a competere con le altre nazioni che stanno abbracciando questa tendenza. Con l’evolversi delle tendenze di consumo, il settore del vino dealcolato ha tutte le carte in regola per diventare una parte importante del panorama vinicolo internazionale.