Il Nordest d’Italia è la patria del vino, un settore che ha visto crescere una vera e propria leadership sia in termini di volume che di valore. In particolare, il Veneto emerge come protagonista assoluto, un territorio che si distingue non solo per la sua vocazione vitivinicola, ma anche per la sua posizione di primato a livello nazionale e internazionale. Grazie alla sua forte concentrazione di cantine, il Veneto ha saputo imporsi come la capitale delle bollicine e dei grandi vini, sia bianchi che rossi.
La leadership del Veneto nel settore vinicolo
A confermare il primato del Veneto è l’Area Studi Mediobanca con la sua analisi sul settore vinicolo in Italia. Questo studio ha coinvolto 255 delle principali società di capitali italiane, con fatturato superiore ai 20 milioni di euro, e ha rivelato che oltre il 42% delle aziende vinicole si trova nel Nord Est. Di queste, la metà è situata proprio in Veneto, che risulta essere anche la regione con il fatturato più alto. In termini di valore, il Veneto è anche il leader delle esportazioni, superando il 35% delle vendite totali all’estero, un dato che lo pone decisamente davanti al Piemonte e alla Toscana.
Aree vitate di alto valore: il Trentino-Alto Adige e il Veneto
Nel confronto tra le aree vitate più prestigiose d’Italia, il Trentino-Alto Adige si colloca al vertice della classifica, con una quotazione media di 267.000 euro per ettaro. Il Veneto segue con 140.000 euro per ettaro, ma le differenze con le altre regioni sono notevoli: Piemonte e Friuli-Venezia Giulia registrano quotazioni molto più basse, rispettivamente di 75.000 e 63.000 euro per ettaro. Le zone di maggior valore nel Veneto sono senza dubbio le due DOCG del Prosecco, Valdobbiadene e Asolo, che hanno visto crescere il valore della loro terra in modo significativo, con un aumento delle quotazioni tra il 2020 e il 2021.
Operazioni straordinarie e investimenti nel settore vinicolo
Il Nordest è anche un palcoscenico di grandi operazioni nel mondo del vino, molte delle quali hanno riguardato acquisizioni e fusioni. Il gruppo Cantine Riunite-GIV, che spazia tra il Bardolino e Reggio Emilia, si conferma leader di vendite, con un fatturato di 698,5 milioni nel 2022. Seguono Argea e IWB, entrambe in forte crescita. Argea è nata dall’aggregazione di Botter e Mondodelvino, due importanti player del settore vinicolo, e ha acquisito in Abruzzo la Ciccio Zaccagnini.
Oltre a queste operazioni, ci sono stati altri investimenti significativi nel settore. Renzo Rosso, il patron di Diesel, ha investito nella cantina siciliana Benanti, situata sull’Etna, e ha acquisito anche una quota di Masi Agricola. Il suo interesse per il vino si è ulteriormente ampliato nel 2023 con l’acquisizione della piemontese Josetta Saffirio. Sandro Veronesi, patron di Calzedonia, ha anch’egli acquisito Cantina La Giuva, dimostrando così un interesse crescente per il mondo del vino. Infine, l’intervento di Generali, che ha riorganizzato le proprie cantine nelle Tenute del Leone Alato, ha ampliato ulteriormente il perimetro della divisione vinicola del gruppo con l’acquisizione della toscana Biondi Santi.
Il Veneto continua a consolidarsi come la regione più influente nel panorama vinicolo italiano, con un’industria in costante crescita, sia in termini di fatturato che di valore delle sue terre. Grazie a una forte presenza sul mercato internazionale e a una serie di operazioni strategiche, il Nordest si conferma non solo la capitale del vino, ma anche un punto di riferimento per l’innovazione e l’eccellenza del settore.