
Tignanello e Sassicaia rappresentano due simboli dell’eccellenza italiana nel mondo del vino. Durante il Wine Festival di Merano, la degustazione di tre annate di questi vini – 2018, 2008 e 1990, tutte in formato magnum – ha offerto un viaggio unico nella storia di due famiglie che hanno plasmato l’enologia italiana. Albiera Antinori, proprietaria della Tenuta Tignanello, e Priscilla Incisa della Rocchetta, erede di Tenuta San Guido, hanno condiviso il percorso che ha portato questi vini a essere dei pionieri del cosiddetto “taglio bordolese” in Italia. Entrambi nascono alla fine degli anni Sessanta e riflettono l’impegno per la qualità e la valorizzazione del territorio.
L’impegno per qualità e innovazione
Albiera Antinori sottolinea come la costanza, la serietà e la ricerca abbiano permesso a questi vini di consolidare la loro reputazione per oltre cinquant’anni. Per il futuro, Priscilla Incisa della Rocchetta guarda a un equilibrio tra innovazione e sostenibilità, lavorando per preservare la biodiversità e affrontare le sfide del cambiamento climatico. La vicinanza al mare di Bolgheri mitiga parzialmente gli effetti del riscaldamento globale, ma entrambe le famiglie riconoscono l’importanza di adattarsi alle condizioni sempre più estreme.
Avvicinare i giovani al vino
Un tema cruciale è il rapporto tra le nuove generazioni e il vino. Secondo Albiera Antinori, i giovani sono interessati non solo al prodotto nel bicchiere, ma anche al processo che lo rende unico. Priscilla Incisa della Rocchetta evidenzia l’importanza di raccontare la storia e la territorialità dietro ogni bottiglia, pur ammettendo che i prezzi elevati possono rappresentare una barriera. Tuttavia, i giovani possono imparare ad apprezzare il vino e, crescendo, avvicinarsi anche a etichette prestigiose come queste.
Il successo delle zone emergenti
Per le aziende emergenti, il consiglio delle due produttrici è chiaro: investire in viaggi e promozioni internazionali per raccontare il territorio e costruire un legame diretto con i consumatori. Oscar Farinetti, moderatore dell’incontro, ha sintetizzato l’importanza di Tignanello e Sassicaia nel trasformare il vino italiano da un bene comune a un oggetto del desiderio. Nonostante i prezzi elevati, questi vini restano accessibili agli appassionati, che spesso scelgono di investire in un’esperienza unica piuttosto che in beni materiali.
Concludendo, l’incontro al Wine Festival di Merano ha celebrato due vini che non solo rappresentano la storia dell’enologia italiana, ma continuano a ispirare con la loro qualità, longevità e capacità di raccontare il territorio.