Annusare cibi e bevande per verificarne freschezza e qualità è un’abitudine consolidata e necessaria. Ogni giorno, compiamo questo gesto, consapevoli o meno, per accertarci che ciò che consumiamo sia integro e sicuro. Ma cosa accadrebbe se al posto dell’olfatto umano ci fosse un naso elettronico? Questa prospettiva, che potrebbe sembrare fantascienza, è oggi una realtà grazie all’innovazione e alla scienza. Il progetto realizzato da Sonia Freddi, ricercatrice post-doc e referente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha trasformato questa idea in una concreta applicazione tecnologica. Con il supporto dei fondi del 5×1000, il progetto “Dalle nanostrutture all’intelligenza artificiale: un naso elettronico per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio vitivinicolo” punta a migliorare il controllo di qualità nel settore vitivinicolo.
Sensori avanzati: il cuore del progetto
La realizzazione del naso elettronico ha richiesto uno studio approfondito e una progettazione innovativa. Iniziando nel mese di maggio, i ricercatori hanno preparato i sensori utilizzando materiali bidimensionali come i nanotubi di carbonio e il grafene. Attraverso la tecnica del dropcasting, hanno depositato i materiali su supporti in plastica. Successivamente, i sensori sono stati caratterizzati presso i laboratori I-Lamp di Brescia e L-NESS di Como, utilizzando spettroscopia Raman e microscopi ad alta risoluzione. La fase finale di assemblaggio ha visto i sensori montati su una basetta e collegati all’elettronica, formando un naso elettronico capace di rilevare specifiche molecole di gas.
Rilevamento e analisi: la fase sperimentale
Una volta completato l’assemblaggio, il naso elettronico è stato messo alla prova in laboratorio. I ricercatori hanno testato l’apparecchio con gas sintetici e analiti evaporati in fase liquida, noti come composti organici volatili (VOCs). Tra i biomarcatori testati, l’ammoniaca, l’acetone e l’acido acetico hanno dimostrato l’efficacia del dispositivo nel riconoscere potenziali adulterazioni del vino. Le analisi statistiche, tra cui l’analisi delle componenti principali, hanno confermato la capacità del naso elettronico di distinguere con precisione questi gas. Questo passo è stato cruciale per passare a test su campioni reali di vino, dimostrando la versatilità del dispositivo.
I test sul vino: risultati promettenti
La fase successiva ha previsto l’implementazione di un sistema per raccogliere i vapori dei vini e trasferirli in una busta sigillata, dove il naso elettronico ha eseguito l’analisi. Durante i test, il dispositivo ha dimostrato di distinguere la freschezza e l’adulterazione di un vino bianco generico, evidenziando cambiamenti nel tempo, dal momento dell’apertura fino a mesi dopo. Inoltre, ha riconosciuto con precisione le diverse tipologie di vino testate, tra cui Pinot Grigio, Lugana, Chardonnay e Prosecco. La capacità di individuare sia la freschezza che l’origine del vino si è rivelata una caratteristica fondamentale del naso elettronico, potenzialmente utile per applicazioni pratiche nelle aziende vinicole.
Verso una nuova era per l’industria vinicola
L’adozione di questa tecnologia apre prospettive inedite per l’industria vinicola. Il naso elettronico potrebbe diventare uno strumento essenziale per le cantine, offrendo un metodo rapido e non invasivo per monitorare la qualità e l’origine dei vini. Le aziende potrebbero beneficiare di una soluzione tecnologica in grado di migliorare la tracciabilità e garantire la freschezza dei prodotti, aumentando la fiducia dei consumatori e rispettando gli standard di Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg) o Denominazione di Origine Controllata (Doc). Questo progetto, quindi, rappresenta un connubio tra tradizione e innovazione, capace di rivoluzionare il modo in cui si valuta la qualità del vino e altri prodotti alimentari.