Il film di Ridley Scott, recentemente uscito nelle sale, ha riportato Napoleone Bonaparte al centro dell’attenzione, dando nuova vita alla figura di uno dei più grandi generali della storia. In occasione dell’uscita del film, molti giornali hanno sfruttato l’opportunità per esplorare la storia di Napoleone, mettendo in luce i suoi vizi, le sue virtù e, in particolare, le sue preferenze in fatto di vino. Per rispondere a questa curiosità, il sito britannico Thedrinksbusiness ha interpellato un esperto.
La passione di Napoleone per il vino corsico
Il professor Michael Broers, storico di fama internazionale e autore di numerosi libri su Napoleone, è stato chiamato a rispondere. Ex titolare della cattedra di Storia dell’Europa occidentale a Oxford, Broers è anche un grande appassionato di vini. Nella sua analisi, Broers spiega che, ai tempi di Napoleone, il consumo di vino era legato principalmente alla regione di provenienza. Le persone, a meno che non fossero molto ricche, bevevano vini locali. Nel caso della famiglia Buonaparte, originaria della Corsica, il vino che accompagnava i pasti era un rosso piuttosto grezzo e rustico. Si trattava di un vino corposo, che spesso veniva diluito con acqua o addirittura mescolato con del miele per renderlo più gradevole.
Il Barbera e la passione per il Borgogna
Nonostante il suo inizio con un vino semplice e rustico, Napoleone sviluppò una certa affinità per il vino nel corso della sua carriera. Durante le sue campagne in Italia, in particolare in Piemonte, scoprì il Barbera, uno dei vitigni più apprezzati della regione. Broers racconta che Napoleone bevve questo vino dopo la famosa battaglia di Marengo, accompagnandolo con il pollo. Tuttavia, il vino che divenne il suo preferito fu il Borgogna, in particolare il Gevrey-Chambertin. Napoleone non faceva mistero del suo amore per questo vino francese, che considerava uno dei migliori. Nonostante ciò, Broers sottolinea che il grande imperatore non era un appassionato bevitore. Di fatto, Napoleone era quasi astemio, bevendo pochissimo e, spesso, portando il bicchiere alla bocca senza mai deglutire.
Il rispetto per il vino e l’aneddoto della Grande Armée
Nonostante il suo consumo limitato, Napoleone aveva un grande rispetto per il vino, considerato simbolo di prestigio e qualità. Un aneddoto interessante racconta che, quando la Grande Armée marciava attraverso la Côte-d’Or, dove si trovano alcuni dei migliori vigneti del Borgogna, le truppe dovevano presentare le armi mentre passavano davanti ai Grand Cru. Questo gesto di rispetto per il vino era un chiaro segno di come Napoleone riconoscesse il valore di un prodotto così emblematico della sua nazione. Inoltre, quando intraprese la disastrosa campagna in Russia, il futuro imperatore portò con sé alcune casse di Gevrey-Chambertin, a testimonianza del suo legame con il vino che tanto amava.
In sintesi, anche se il grande condottiero non era un consumatore eccessivo di vino, la sua storia è comunque legata in modo indissolubile a questa bevanda, simbolo della cultura e della tradizione francese.