
Il 23 marzo, l’Hotel Shangri-La di Chengdu ha ospitato una masterclass dedicata ai vini italiani. Organizzata da Wine Channel con la collaborazione di Winecon guidata da settore Sabina Yang . L’evento, svoltosi dalle 10:30 alle 12:00, ha coinvolto operatori del settore e appassionati di vino, offrendo un’analisi dettagliata delle caratteristiche distintive dei vitigni italiani rispetto a quelli internazionali.
Il percorso è iniziato nel nord-est, con i grandi rossi del Veneto come Amarone e Ripasso, per poi proseguire verso la Toscana con i Bolgheri — rosso e superiore — fino al Piemonte, con un protagonista assoluto: il Barolo. Non sono mancati gli accenti del centro Italia, grazie al Rosso Piceno Superiore delle Marche, e quelli del sud, con due interpretazioni del Primitivo pugliese. A chiudere, le bollicine firmate Perlino: Prosecco e Moscato, amatissimi nel mercato cinese.
“La nostra missione è aiutare gli operatori cinesi a comprendere davvero il valore e la complessità del vino italiano, non solo i grandi nomi, ma anche i vitigni autoctoni meno conosciuti, che spesso sanno regalare emozioni uniche, ha dichiarato la wine educator Sabina Yang.
Una degustazione divisa in due atti







La masterclass ha previsto una struttura in due momenti distinti. Nel primo giro, sei vini top di eccellenza dell’enologia italiana —quattro Amarone della Valpolicella: tre proposte di Aldegheri tra cui una Riserva e un Ripasso e l’Amarone Riserva 2014 di Villa Canestrari. Esempi emblematici che hanno aiutato i partecipanti a comprendere come riconoscere un Amarone di qualità, aspetto chiave per il mercato cinese dove la varietà di stili può creare confusione. A seguire i due Bolgheri Rosso e superiore, blend di Merlot e Cabernet Sauvignon provenienti da un’altra zona di produzione iconica hanno consentito di scoprire la finezza dei vitigni italiani.
Il secondo gruppo ha posto l’attenzione esclusivamente su varietà autoctone, con un Rosso Piceno superiore, vino ancora poco conosciuto in Cina, ma che ha lasciato il segno, confermando il potenziale di questo territorio.
Barolo, Primitivo e bollicine: tra classici e best-seller








Il viaggio ha toccato anche due pilastri del vino italiano nel mondo: Barolo, Prosecco e Moscato.
“Sebbene il Barolo sia già ampiamente noto in Cina, le Menzioni Geografiche Aggiuntive (MGA) restano ancora una frontiera da esplorare – ha spiegato la Yang – I partecipanti hanno evidenziato come i Barolo degustati fossero di qualità superiore rispetto a quelli solitamente disponibili sul mercato, segno di un interesse crescente per una maggiore conoscenza e selezione”.
Il Primitivo, con il suo profilo dolce, intenso e vellutato, ha riscosso successo grazie alla sua facilità di lettura e il gusto pieno lo rendono ideale per i mercati di terza e quarta fascia, dove si cercano vini immediatamente accessibili e piacevoli.
Il finale è stato affidato a due classici amatissimi: Prosecco e Moscato. Dolci, frizzanti, leggeri e profumati, si confermano veri e propri campioni di vendita, soprattutto nei canali e-commerce.
Un evento riuscito, un pubblico partecipe
Grazie all’alto valore dei vini presentati, la masterclass era piena di professionisti confermando l’interesse e l’attrazione che il vino italiano continua a esercitare.
“Dopo questa masterclass ho imparato molto di più sui vini italiani: dalle espressioni più leggere a quelle strutturate e tanniche. Ringrazio tutte le cantine italiane che hanno partecipato, augurando loro grandi successi nel mercato cinese” — ha commentato un importatore di Hangzhou.
L’esperienza non solo ha rafforzato la conoscenza del vino italiano tra i professionisti cinesi, ma ha rafforzato un ponte culturale e commerciale tra Italia e Cina, con il vino come linguaggio universale.