L’enoturismo sta acquisendo un ruolo sempre più importante nel mondo del vino, e l’attività di incoming, intesa come accoglienza e promozione di professionisti e buyer del settore, acquista un valore ancora maggiore. Soprattutto quando a visitare i nostri territori sono persone provenienti da lontano, desiderose di immergersi nella storia, nella cultura e, naturalmente, nei sapori unici del nostro patrimonio vinicolo.
Immaginiamo un gruppo di buyer e professionisti del vino provenienti da un Paese lontano come la Cina, che arriva a Montalcino per una settimana di tour tra vino e cultura. Cosa porteranno a casa? Sicuramente una conoscenza più approfondita del vino, ma non solo. È l’emozione di vivere il territorio, incontrare i produttori nelle loro aziende, conoscere le loro storie direttamente nei luoghi dove sono nate e fare esperienze memorabili. Questo è il vero valore di un’operazione di incoming come quella voluta dal Consorzio del Brunello di Montalcino: lasciare un segno indelebile.
Perché un buon incoming non significa solo visitare aziende e degustare vini, ma è anche un viaggio nella cultura, che permette ai visitatori di tornare a casa con una valigia in più, che va ben oltre il semplice assaggio.
Un programma ricco di esperienze enogastronomiche e culturali
Cinque giornate di esplorazione nelle varie zone di produzione del Brunello hanno consentito di comprendere i diversi stili e i molteplici fattori che contribuiscono alla creazione di questo vino iconico. Il gruppo di buyer e wine expert, selezionato da Wine Channel, proveniva da città come Chengdu, Guangzhou, Pechino e dalla provincia dello Zhejiang. Nonostante la loro già solida conoscenza del vino italiano, il feedback è stato straordinario: hanno apprezzato in particolare la selezione delle cantine visitate, tutte diverse con le proprie caratteristiche, e la componente gastronomica, arricchita da piatti a chilometro zero della tradizione locale. Hanno inoltre valorizzato la possibilità di interagire direttamente con i produttori e il seminario tecnico condotto dal Master of Wine Gabriele Gorelli, il tutto immersi in un paesaggio straordinario e ricco di storia.
Alla scoperta del Brunello di Montalcino: visita alle prime cantine
Cinque giornate intense, a contatto con produttori che non si limitano a spiegare un processo, ma raccontano la loro vita. A partire da Caparzo, capace di unire quantità di produzione e qualità in bottiglia. Sasso di Sole, immersa nei panorami delle colline toscane, nel Parco Naturale della Val d’Orcia. La Magia, con il racconto di un’antica strada romana che portò alla nascita di una locanda per viandanti e pellegrini, dando così origine al nome (che non è, come verrebbe da pensare, Magìa).
Ogni cantina ha svelato uno spaccato diverso di Montalcino, e in effetti ciò che rende questo vino così speciale è proprio questa ricchezza di sfumature. La seconda giornata ha visto protagoniste La Poderina, con le vecchie viti di oltre 40 anni e una piccola parte dedicata all’antico Moscadello di Montalcino, e Pian delle Querci, con il calore dell’azienda familiare e un assaggio autentico della tradizione toscana. Talenti, con la sua moderna tecnologia, ha presentato uno stile elegante e pulito.
Il seminario sul Brunello di Montalcino con Gabriele Gorelli
Il seminario condotto da Gabriele Gorelli, Master of Wine, ha rappresentato uno dei momenti più significativi. Seduti di fronte a dodici calici, gli ospiti si sono lasciati guidare in un viaggio sensoriale che non parlava solo di tannini e acidità. L’obiettivo era far comprendere come diversi fattori—come il clima, il suolo e le tecniche di vinificazione—influiscano sulla qualità del vino, arricchendo così la loro conoscenza enologica. Il Brunello del 2019, considerata un’annata eccellente, ha mostrato la sua energia e la visione di ciò che sarà tra qualche anno: un capolavoro in divenire.
La scoperta del patrimonio storico e culturale di Montalcino
Le giornate successive si sono alternate tra degustazioni e momenti culturali, con soste nei luoghi simbolo del territorio, come l’Abbazia di Sant’Antimo e la Fortezza di Montalcino, testimoni silenziosi di secoli di storia. Visite alle cantine, da Carpineto, con i suoi vigneti a 500 metri sul livello del mare, ad Aisna, piccolissima realtà produttiva dal cuore grande e generoso. Fino alla storica Il Poggione, con il suo metodo “a infusione” (che ha colpito per la similitudine con la preparazione del tè) e l’equilibrio tra tradizione e modernità.
Intensa anche l’ultima giornata, partendo da La Serena, una famiglia radicata nella regione da generazioni, al Castello Tricerchi, con il suo piacevole contrasto tra la storia nobiliare antica e il giovane percorso nella produzione di vino, fino a Casanuova delle Cerbaie, dove i forti venti e le ampie escursioni termiche aiutano a mantenere l’acidità del vino.
consegna dell'attestato "Ambasciatori del Brunello di Montalcino"
La “full immersion” nel Brunello di Montalcino si è conclusa con una cena istituzionale alla presenza del direttore del Consorzio di Tutela, Andrea Machetti, e del Vicepresidente, Giacomo Bartolommei, che ha consegnato a ogni partecipante l’attestato di “Ambasciatore del Brunello di Montalcino”. Per tutti loro, è stato percepito un grande riconoscimento e un impegno a contribuire alla promozione della denominazione sul territorio cinese.
E mentre gli ospiti partivano, tra sorrisi e strette di mano, c’era la consapevolezza che il Brunello ha conquistato un altro piccolo angolo del mondo.
Riportiamo alcune considerazioni dei buyer:
“Ogni cantina si impegna a creare una propria identità unica nel mercato vinicolo, cercando di riflettere il territorio e le tradizioni locali attraverso i suoi vini. Ogni vino racconta una storia, e il fatto che le cantine si concentrino sulla loro peculiarità mi sembra un aspetto fondamentale per il successo e l’autenticità dei loro prodotti.” – Sam Xue Huai, buyer.
“Ciò che mi ha colpito di più è stata la ricca cultura locale e il panorama mozzafiato. Le tradizioni legate al vino e l’ospitalità delle persone sono state veramente affascinanti. Inoltre, ho apprezzato moltissimo i vigneti delle cantine, che non solo offrono un ambiente incantevole, ma rappresentano anche il cuore e l’anima della produzione vinicola di questa regione.” – Cao Xiong, buyer.
“Il Brunello ha il potenziale per occupare un posto di rilievo nel mercato cinese, simile a quello di alcuni vini francesi di alta gamma. Le cantine dovrebbero adottare strategie di marketing e promozione che mettano in evidenza la qualità e la tradizione del Brunello, al fine di posizionarlo come un prodotto di prestigio in un mercato importante per l’export del vino.” – Yu Jun, buyer.
“La ricchezza storica di Montalcino è palpabile e mi ha colpito il modo in cui le tradizioni vinicole sono celebrate e preservate. Ho avuto l’opportunità di approfondire la mia conoscenza delle varie annate, scoprendo come ogni vendemmia porti con sé tratti distintivi che raccontano l’annata e il terroir.” – Qian Jang, buyer.
“Questo viaggio mi ha permesso di comprendere meglio la diversità dello stile BdM, che può essere sia maturo e ricco che delicato ed elegante. Molti vini hanno mostrato una tipicità straordinaria che mi è piaciuta molto. La differenza di temperatura tra giorno e notte è così forte che mi ha permesso di assaporare appieno l’autunno della natura, e capisco meglio perché il Sangiovese abbia una predilezione per questo clima e terroir unici.” – Sabina Yang, wine expert.
“Il Brunello è un vino straordinario, e credo sia fondamentale far conoscere i suoi pregi e la sua storia al pubblico cinese. Esplorare e portare questi ottimi prodotti in Cina potrebbe non solo arricchire l’offerta vinicola locale, ma anche educare i consumatori sulle qualità uniche del Brunello e sulle tradizioni vinicole toscane. La diffusione della cultura del vino in Cina è una sfida interessante e necessaria.” – Zhou Yong, buyer.