Con la tappa finale a Guangzhou, si è concluso con entusiasmo il tour cinese organizzato da Wine Channel in collaborazione con il Consorzio di Tutela dei Vini d’Abruzzo. Un percorso strategico e coinvolgente che ha toccato tre città chiave – Shanghai, Chengdu e Guangzhou – portando il vino abruzzese sotto i riflettori di operatori, importatori, appassionati e professionisti del settore.

Il vino abruzzese in Cina: un percorso di crescita e consapevolezza
“Il bilancio è più che positivo” ha dichiarato Davide Acerra, Responsabile Comunicazione del Consorzio, sottolineando l’ottima affluenza riscontrata nelle masterclass e nei walk-around tasting che hanno coinvolto ben dodici aziende. “Il mercato cinese è in evoluzione e l’interesse crescente per i nostri vini ci incoraggia a proseguire in questa direzione”.
La guida delle masterclass, Sabina Yang, ha confermato la preparazione e l’interesse del pubblico: “A Guangzhou abbiamo trovato operatori altamente specializzati e un pubblico competente. Il Montepulciano d’Abruzzo di alta gamma ha riscosso grande apprezzamento grazie a tannini setosi e complessità gustativa”. Le tre città, ha osservato, rivelano approcci differenti: Shanghai predilige brand affermati, Chengdu offre spazio a vini strutturati, mentre Guangzhou si distingue per la consapevolezza enologica del pubblico.






La voce dei produttori
Tra emozioni personali e riflessioni strategiche, i produttori abruzzesi hanno raccontato un’esperienza intensa e ricca di spunti. Per Carmine Tilli (Tilli), “la parte più bella è stata l’umanità vissuta: comunicare il nostro lavoro in un mondo così diverso è un’esperienza imprenditoriale unica”. Luca Papini (Fattoria Giuseppe Savini) sottolinea invece la “grande organizzazione” e la crescente conoscenza del mercato cinese: “Non solo Montepulciano, ma anche Pecorino, Passerina e Trebbiano possono dire la loro”. Per Tommaso Di Giacomo (Terzini), alla sua prima esperienza in Cina, è stata una rivelazione: “La voglia di conoscere e apprezzare i vini abruzzesi, unita alla straordinaria cucina cinese, apre nuove prospettive di abbinamento”. Nicola Altieri (Fontefico) ha colto segnali positivi: “Tantissimi contatti, alcuni molto concreti. Una Cina moderna e sempre più assetata di vino buono”. Gianluca Cirillo (San Lorenzo) parla di “consapevolezza da costruire” nel consumatore cinese: “Questo tipo di tour è fondamentale per capire su cosa puntare e cosa invece ricalibrare”.












Il parere dei rappresentanti ed export manager
Oltre alle voci dei produttori, abbiamo raccolto anche i pareri dei rappresentanti ed export manager di base in Cina:
Junwei (Rosarubra) ha espresso grande soddisfazione per l’accoglienza ricevuta: “I nostri vini sono stati molto apprezzati e si adattano perfettamente al gusto dei consumatori cinesi. Operiamo in Cina da molti anni e siamo sempre stati ben accolti dai consumatori locali”.
Charles (Famiglia De Cerchio), basato a Guangzhou, ha evidenziato l’interesse per vini intensi e l’apertura del mercato locale verso le sfumature del vino italiano.
Michel (Nododivino) ha evidenziato come il tour abbia portato risultati concreti, con ordini ricevuti sul posto e grande interesse verso un territorio ancora poco conosciuto ma ricco di potenziale. “I vini italiani si distinguono per la loro diversità e l’Abruzzo è senza dubbio un territorio unico e affascinante, tutto da esplorare”.
Dal canto suo, Alessia (Agriverde) ha posto l’accento sull’importanza strategica del progetto: “L’evento ha messo in luce i vitigni autoctoni e le nostre tecniche di vinificazione, contribuendo in modo significativo alla promozione della cultura enologica abruzzese. Questo tour ha rappresentato un passaggio fondamentale per l’ingresso nel mercato cinese”. Infine Luoson (Casal Thaulero) ha offerto una panoramica dell’andamento del tour nelle tre città: “Shanghai ha superato le aspettative, Chengdu ha sofferto per una minore affluenza, mentre Guangzhou si è confermata una piazza fondamentale, con pubblico qualificato e interessato. Il confronto con i visitatori ci aiuta a comprendere meglio le esigenze del mercato e a orientare il lavoro futuro”.





Il parere degli esperti locali sul vino abruzzese in Cina
Tra gli osservatori locali, Cristiano Bernardi, da 23 anni in Cina, ha sottolineato l’importanza di aver toccato città diverse: “Shanghai è sempre un punto di riferimento, Chengdu è dinamica e strategica, Guangzhou è la porta verso Hong Kong e Macao”. Per lui, nonostante il calo quantitativo delle importazioni, “il trend qualitativo è in crescita, e questo premia i vini italiani”.
James Zhou, consulente e fondatore di Indulgence Consulting, ha tracciato un quadro chiaro: “I vini italiani sono complessi e versatili, perfetti per un pubblico cinese che vuole esplorare. La chiave è aumentare il numero di educatori, sommelier e chef capaci di valorizzare i nostri vini nei contesti gastronomici locali”.
Sguardo al futuro
A tirare le fila è Valentina Tenaglia, CEO di Wine Channel: “Con questo tour abbiamo rafforzato l’immagine del Montepulciano d’Abruzzo e aperto nuove strade per la diffusione del vino abruzzese in Cina. Il tour ha dimostrato come il vino abruzzese, con le sue tante sfumature, abbia tutte le carte in regola per conquistare uno dei mercati più sfidanti e affascinanti al mondo. Un viaggio che si conclude, sì, ma che è solo l’inizio di una relazione sempre più profonda tra Abruzzo e Cina.