
I vini affinati in mare, noti anche come UnderWaterWines, stanno attraversando un periodo di grande successo, diventando un fenomeno sempre più apprezzato. Questa pratica, che inizialmente poteva sembrare un’idea esotica, ha acquisito un’importanza crescente grazie al forte appeal che esercita soprattutto nel settore del lusso. Ma il suo fascino non è solo marketing: è anche un progetto con solide basi scientifiche. Studi e sperimentazioni hanno dimostrato che il fondale marino offre condizioni ideali per l’affinamento del vino. In particolare, la costanza di temperatura e l’assenza di luce sembrano essere fattori cruciali per ottenere vini di qualità superiore. Le prove scientifiche, che includono pubblicazioni e degustazioni, confermano i benefici di questo metodo innovativo.
Jamin UnderWater Wines: Innovazione e Crescita
Una delle principali realtà che sta guidando questo settore è Jamin UnderWater Wines, situata a Portofino. Questa è la prima società italiana ad aver investito nell’affinamento subacqueo, ottenendo anche il primo brevetto mondiale per il metodo. Dopo anni di successi, Jamin sta ora entrando nella fase 2.0, con nuovi investimenti e cambiamenti significativi. In particolare, il nuovo presidente del consiglio di amministrazione, Antonello Maietta, ex presidente dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS), ha già collaborato con Jamin in passato. Maietta ha avuto modo di testare direttamente il processo di affinamento subacqueo, confermando le sue potenzialità. Il passaggio alla fase successiva prevede l’ingresso di importanti finanziatori e l’acquisizione dello status di società benefit, che permette a Jamin di ampliare la propria offerta, affiancandosi ad altri produttori e proponendo il servizio di affinamento per conto terzi.
Grazie a questa evoluzione, Jamin non è più solo il punto di riferimento per l’affinamento del Champagne nel mare di Portofino, ma sta diventando il leader di una rete che include altre realtà simili in Italia. A novembre, la società ospiterà anche la prima convention mondiale dedicata agli UnderWaterWines, un’occasione per mettere insieme esperti, produttori e ricercatori da tutto il mondo.
Un Progetto Sostenibile e Scientifico
Gli UnderWaterWines non sono solo un’opportunità di marketing esclusivo, ma rappresentano anche un passo importante verso la sostenibilità ambientale. Maietta, parlando della praticità dell’affinamento subacqueo, sottolinea come, grazie a questa tecnica, le aziende possano ridurre i costi energetici legati al raffreddamento delle cantine, un problema che affligge molte realtà, in particolare nel Sud Italia. La conservazione sott’acqua permette di mantenere una temperatura costante senza l’utilizzo di energia elettrica, rispondendo così a esigenze sia economiche che ecologiche.
Inoltre, l’aspetto scientifico è fondamentale per la credibilità del progetto. Grazie alla collaborazione con l’Università di Firenze e quella di Genova, sono stati condotti studi approfonditi sui cambiamenti fisici e chimici che avvengono nei vini sott’acqua. La prima relazione scientifica su questo tema è stata recentemente pubblicata sulla rivista Assoenologi, confermando i benefici del metodo e dimostrando come l’affinamento marino possa portare a risultati unici, impossibili da ottenere con tecniche tradizionali.
In Italia, sono già operativi quattro impianti di affinamento subacqueo, con l’intenzione di espandersi ulteriormente. A breve aprirà anche una nuova struttura in Toscana, con l’obiettivo di raggiungere sei o sette location entro la fine del 2023. Con il supporto di un network che coinvolge aziende come Tenuta del Paguro e Cobalto di Termoli, questo fenomeno sta crescendo rapidamente, attrarre nuove realtà, e promuovere la sostenibilità attraverso l’innovazione.
In conclusione, l’affinamento subacqueo dei vini sta riscuotendo un successo straordinario, unendo tradizione, scienza, e sostenibilità in un’unica pratica che ha tutte le potenzialità per affermarsi a livello mondiale.