“Con i dazi USA al 15% il bicchiere rimarrà mezzo vuoto per almeno l’80% del vino italiano. Il danno che stimiamo per le nostre imprese è di circa 317 milioni di euro cumulati nei prossimi 12 mesi, mentre per i partner commerciali d’oltreoceano il mancato guadagno salirà fino a quasi 1,7 miliardi di dollari. Il danno salirebbe a 460 milioni di euro qualora il dollaro dovesse mantenere l’attuale livello di svalutazione.”
Lo ha dichiarato oggi il presidente di Unione Italiana Vini (UIV), Lamberto Frescobaldi, dopo l’accordo tra la Commissione Europea e l’amministrazione Trump sull’applicazione di tariffe al 15% per le esportazioni di vini italiani, in vigore dal 1° agosto.
Dazi USA: prezzi in crescita e filiera sotto pressione

Secondo Frescobaldi:
“Con l’incontro di oggi in Scozia fra i presidenti Trump e Von Der Leyen si è almeno usciti da un’incertezza che stava bloccando il mercato; ora sarà necessario assumersi il mancato ricavo lungo la filiera per ridurre al minimo il ricarico allo scaffale.”
Dalle analisi dell’Osservatorio UIV emerge che una bottiglia da 5 euro in cantina veniva venduta a 11,5 dollari: ora, con dazio e svalutazione, il prezzo potrebbe salire a 15 dollari. Il rincaro in ristorazione rischia di portare lo stesso vino fino a 60 dollari al tavolo.
Castelletti: “Dazio inferiore al previsto, ma comunque dannoso”
Il segretario generale Paolo Castelletti afferma:
“Un dazio al 15% è certamente inferiore all’ipotesi del 30%, ma è altrettanto vero che questa tariffa è enormemente superiore a quella, quasi nulla, del pre-dazio.”
Secondo Castelletti, l’Italia rischia più degli altri Paesi UE:
- È più esposta sul mercato USA (24% contro 20% Francia e 11% Spagna)
- La produzione si concentra nelle fasce “popular”, con prezzo medio franco cantina di 4,2 €/litro
- Solo il 2% è in fascia superpremium
Dazi USA: le denominazioni più colpite
L’Osservatorio UIV lancia un ulteriore allarme:
Il 76% delle bottiglie italiane spedite negli USA nel 2024 (circa 366 milioni) ricade in “zona rossa”, ovvero segmenti con esposizione oltre il 20%.
Le denominazioni più colpite:
- Moscato d’Asti (60%)
- Pinot Grigio (48%)
- Chianti Classico (46%)
- Rossi Dop toscani (35%)
- Rossi piemontesi e Brunello (31%)
- Prosecco (27%)
- Lambrusco
In totale, 364 milioni di bottiglie per un valore superiore a 1,3 miliardi di euro, pari al 70% dell’export enologico italiano verso gli USA.
Unione Italiana Vini resta in attesa del testo finale dell’accordo per un’analisi complessiva.


