Siamo nel cuore dell’Alto Adige, un territorio straordinario che nel 2025 celebra i 50 anni dalla nascita della denominazione. Ne parliamo con Andreas Kofler, presidente del Consorzio Vini Alto Adige.
Intervista ad Andrea Kolfer presidente Consorzio Vini Alto Adige

Presidente, partiamo da questo importante traguardo: cosa rappresentano questi 50 anni per il vostro territorio?
“Cinquant’anni fondamentali. In questo arco di tempo abbiamo assistito a un’evoluzione profonda: da un territorio noto per la produzione di massa, in particolare di Schiava, siamo passati a una viticoltura orientata alla qualità, con una grande varietà di vitigni. Oggi abbiamo zone vocate ai bianchi in altitudine, ma anche ottimi rossi nelle aree più calde. È stato un processo lungo, ma oggi possiamo dire che la denominazione è cresciuta molto.”
Quali sono state le tappe fondamentali di questa evoluzione?
“Tutto è iniziato nel 1975, quando per la prima volta si introdusse un limite alla quantità di uva prodotta: un passaggio cruciale per puntare alla qualità. Poi sono arrivati i pionieri, produttori coraggiosi che hanno creduto nella scelta dei vitigni giusti per ogni zona. Questo approccio ha definito l’identità che oggi ci contraddistingue: un territorio votato all’eccellenza, sia nei bianchi che nei rossi.”
Accanto al vino, il turismo enogastronomico è diventato centrale anche per l’Alto Adige.
“Assolutamente. Già da decenni ci concentriamo sull’enoturismo: le cantine sono state rinnovate o costruite ex novo, offrendo esperienze di visita uniche. È possibile fare degustazioni guidate, tour tra i vigneti, ma anche percorsi in bici immersi in paesaggi mozzafiato. Non è un territorio facile per la viticoltura – basti pensare alle pendenze – ma proprio per questo è affascinante e autentico.”
Quali sono i vini più rappresentativi oggi, anche in chiave di export?
“Abbiamo il grande vantaggio di produrre vini eleganti, freschi, di montagna: sono versatili, ottimi sia per l’aperitivo che a tavola. I nostri bianchi – Pinot Bianco, Chardonnay, Pinot Grigio, Sauvignon – si adattano a tante situazioni e gusti diversi.”
Anche per i nostri amici cinesi che seguono Wine Channel dalla Cina, questi vini si sposano bene con la cucina cinese: la loro freschezza, mineralità ed eleganza li rendono perfetti per accompagnare piatti dai sapori complessi e variegati.
Presidente, un’ultima domanda sulle nuove UGA appena approvate. Cosa rappresentano per voi?
“Le UGA, Unità Geografiche Aggiuntive, sono la più recente evoluzione del nostro percorso. Entreranno ufficialmente in vigore con l’annata 2024 e ci permetteranno di identificare ancora meglio la provenienza dei vini. Ogni bottiglia riporterà un pittogramma accanto al nome dell’unità geografica, per distinguere i vini territoriali da quelli con nomi di fantasia. È un passo in avanti per dare ancora più valore al legame tra vino e territorio.”