
Nel cuore del sud Italia, la Calabria si sta rivelando un vero e proprio tesoro nascosto per gli appassionati di vino. Ricca di tradizioni millenarie che affondano le radici nell’epoca della Magna Grecia, questa regione può vantare una straordinaria varietà paesaggistica, in cui coste incantevoli si alternano a colline pittoresche. È proprio in questo scenario variegato che la Calabria produce alcuni dei suoi vini più distintivi.
Le radici greche della viticoltura calabrese: un patrimonio millenario

Al centro della produzione vinicola calabrese troviamo il Gaglioppo, vitigno autoctono che dà vita al Cirò, uno dei vini rossi più antichi d’Italia. Conosciuto per la sua struttura robusta e i sapori profondi, il Cirò incarna l’essenza stessa della viticoltura calabrese. Accanto ad esso, altri vitigni come Greco Nero, Magliocco e Nerello contribuiscono a una gamma di vini che spaziano dai rossi intensi ai bianchi aromatici, fino a rosati eleganti e di grande carattere.
Tuttavia, la Calabria non è solo un insieme di varietà autoctone: la sua storia vitivinicola affonda nelle vicende del Mediterraneo antico. Come spiega Gennaro Convertini, presidente dell’Enoteca regionale calabrese, questa regione fu un cruciale crocevia per la diffusione della viticoltura in Europa: “Prima i Fenici, poi i Greci, hanno portato la viticoltura sulle nostre coste, quella che era la Magna Grecia, e da qui i Romani l’hanno diffusa nel resto del continente. Oggi abbiamo scelto il claim ‘dove tutto è cominciato’ per sottolineare questo ruolo fondamentale”.
La biodiversità viticola della Calabria: 300 ecotipi di uve da scoprire

La complessa storia della Calabria si riflette nella straordinaria biodiversità viticola: “Contiamo circa trecento ecotipi e vitigni già accertati,” prosegue Convertini, “e ogni anno ne iscriviamo di nuovi nel catalogo nazionale. Questo lavoro di accertamento ampelografico è in continua evoluzione”. Tale ricchezza genetica contribuisce alla creazione di vini che esprimono con autenticità l’anima di un territorio che abbraccia mari e montagne, climi e altitudini differenti.
Clima e territorio: la Calabria con cuore mediterraneo e carattere di montagna
La viticoltura calabrese è profondamente radicata nel rispetto per la terra e per le tradizioni locali. I vigneti, spesso adagiati sulle colline, sfruttano un clima mediterraneo ideale, con estati calde e secche e inverni miti, condizione perfetta per garantire una maturazione ottimale delle uve. Non sorprende, quindi, che la Calabria stia diventando una meta sempre più ambita per l’enoturismo: “Produciamo vini bianchi in altitudine, preservando l’equilibrio tra maturazione alcolica e acidità,” evidenzia Convertini. Questa attenzione per il territorio si traduce in un’espressione enologica che la stessa Calabria sintetizza con un’immagine incisiva: “cuore Mediterraneo, caratteri di montagna”.
Tra le uve a bacca bianca, spesso utilizzate anche in blend con i rossi, spiccano Greco Bianco, Pecorello, Guarnaccia Bianca e Mantonico, vitigno antichissimo secondo illustri studiosi come Attilio Scienza. Ma non va dimenticata la nobile vocazione del Gaglioppo nella zona del Cirò, apprezzata non solo per i rossi ma anche per i rosati che ne hanno decretato la fama. E ancora, Magliocco Dolce nelle terre di Cosenza, Magliocco Canino nel Vibonese, Nerello nel Reggino: ogni area della Calabria racconta una storia enologica diversa, ma accomunata da un filo conduttore di passione, storia e ricerca della qualità.

Enoturismo in Calabria: un’esperienza autentica tra vigneti, mare e storia
In definitiva, la Calabria offre un viaggio tra tradizione, biodiversità e passione enologica che, se da un lato affonda nelle antiche radici magno-greche, dall’altro guarda al futuro con un dinamismo sorprendente. Un invito a scoprire un patrimonio enologico ancora parzialmente inesplorato, fatto di sapori autentici e scenari naturali emozionanti, “dove tutto è cominciato” e dove il vino continua a scrivere, vendemmia dopo vendemmia, la sua storia.